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L’immagine di una start-up deve essere ben strutturata prima di presentarsi al mondo del crowdfunding. Di questo argomento ne abbiamo parlato con Anita Allegretti della società Human Valor in occasione dei seminari informativi del progetto “Startupper 4.0”, finanziato dalla Regione Toscana ed erogato da CEDIT.

«Quando ci si presenta a una piattaforma per fare crowdfunding per la nostra campagna – spiega l’esperta – è la piattaforma stessa a chiederci di essere strutturati nel trasformare un’idea in realtà. Per questo dobbiamo studiarci, informarci, vestire la nostra azienda in tutto e per tutto. Bisogna pensare alla propria esperienza come all’involucro di una valigia, in cui inserire tutti i dati che servono per farla diventare realtà. Si inizia così il nostro viaggio utilizzando varie forme, il crowdfunding per primo».

Questa risorsa ha infatti tantissimi feedback positivi ed è per questo che CEDIT ha organizzato degli incontri online su questo tema. «Se si fanno delle ricerche nel web di video e racconti di persone che hanno provato a buttarsi in questo format si leggono sempre riscontri molto positivi – prosegue Allegretti – l’altra faccia della medaglia è che tutto non è così semplice come si pensa. Non è possibile condurre a buon fine una campagna di crowdfunding senza essere strutturati: comunque vada, la prima cosa che ci chiedono è la documentazione. La maggior parte delle volte viene richiesto un business plan con eventuali rischi. C’è un’evoluzione del pensiero strutturata e il business plan è la forma perfetta per questo. Per questo motivo consiglio di farlo a tutti».

Alla base del tutto c’è anche il modo con cui l’azienda interagisce con l’esterno. «Ho fatto una ricerca sulle campagne di crowdfunding che sono andate male – fa sapere la consulente – e il 25% di queste è perché non hanno avuto una buona comunicazione, la quale deve essere creata prima di affacciarsi al mondo social. Chi ha avuto successo fa sapere che all’inizio ha dovuto lavorare tantissimo, perché necessitava di molto materiale per sponsorizzarsi: immagini, idee chiare, un logo che ci rappresenti in modo giusto, un nome che ci appartiene, uno slogan per promuoverci sempre ed essere rimbombanti nelle orecchie delle persone».

Insomma: nome, logo e slogan rappresentano il nostro vestito e devono essere una “bomba” per chi riceve e ascolta. «L’immagine che noi dobbiamo dare – conclude Allegretti – è di essere noi dei leader trainanti della nostra idea imprenditoriale, del nostro pensiero. Dobbiamo riuscire con gli strumenti di comunicazione di essere più chiari ed efficaci possibili. Quindi riflettiamo su quanto lavoro ci sia da fare prima di presentarsi al mondo e ai social, soprattutto a chi ci deve sostenere, credere in noi e nel nostro progetto, in primis le compagnie di crowdfunding. Quando vediamo una pubblicità ci presentano un prodotto finito, un’azienda di crowdfunding deve credere un un’idea ancora non esistente, quindi ancora di più».