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Per gli agricoltori, è un problema con cui convivere ogni anno e da gestire nel migliore dei modi, così da evitare ripercussioni eccessive su qualità e quantità dei raccolti. Il riferimento è alle piante infestanti, che minano le coltivazioni e che diventano sempre più difficili da eliminare perché sviluppano resistenze ai vari prodotti (gli erbicidi) attualmente in commercio. Ma gli agricoltori – grazie all’ausilio di tecnici specializzati – hanno ancora molte frecce al loro arco. Per conoscerle meglio l’agenzia formativa Cedit ha organizzato un corso online – che avrà inizio a settembre – focalizzato sulle “Nuove strategie di gestione delle infestanti del frumento per un basso impatto ambientale: nuove molecole e tecniche”. Il corso è promosso nell’ambito del all’interno del Progetto finanziato sul Bando PS-GO “Pane Plus Days – Le metodologie agronomiche e tecnologiche atte ad incrementare la “shelf life del Pane Toscano DOP” . Sedici ore di lezione divise su quattro incontri, guidati dal professor Marco Mearini, docente di materie agronomiche ed enologia presso l’Istituto Superiore Angelo Vegni di Cortona. E’ proprio Mearini – che si occupa quotidianamente di assistenza tecnica agli agricoltori – a spiegare l’utilità di un corso del genere.

Professore, di cosa tratta questo corso?

Si occuperà della gestione delle infestanti per quanto riguarda la coltura del frumento; si parla di gestione, perché è un insieme di cose di cui occuparsi. Sempre più nella nostra Regione – date le successioni molto strette, come grano su grano o colture “sfruttatrici” – accade che la flora infestante diventi sempre più difficile da gestire. Questo anche perché andiamo incontro a periodi di lunghe piogge, dove è impossibile entrare al momento giusto nei terreni per controllare; poi abbiamo piante che sviluppano sistemi di resistenza, come i loietti del grano o alcuni papaveri, che non si prestano al solito erbicida che magari ho utilizzato per 10 anni. Nel biologico è poi particolarmente complicato perché molti prodotti non si possono usare.

Quanto influisce la presenza di infestanti su qualità e quantità del raccolto?

Sia nel biologico che nel convenzionale le infestanti impattano negativamente sulla resa perché si vanno a creare dei sistemi di competizione tra la pianta coltivata (il frumento) e l’infestante; addirittura si va incontro ad un microclima di umidità creato dalle piante infestanti che causa a quelle coltivate maggiori patologie di origine funginea. E poi nel momento della raccolta questa massa in eccesso, che spesso ha un tempo di maturazione diverso rispetto al coltivato, fa sì che quando si fa la trebbiatura ci sia una componente verde presente che causa problemi di conservazione alla granella del frumento.

Nel biologico quali tecniche si usano?

L’avvento di così estese coltivazioni bio ci ha fatto riscoprire i pregi dell’agronomia: fare giuste successioni, quindi far seguire il grano da una coltura miglioratrice come il favino o una sarchiata come il girasole; abbiamo anche riscoperto la pratica dell’aratura, che riossigena il terreno e favorisce la degradazione della sostanza organica. C’è poi l’apporto che possono dare le macchine: gli erpici strigliatori vanno usati nel momento opportuno anche nella coltura bio.

Questo è il presente: il futuro di questa battaglia cosa prevede?

Lo stiamo costruendo, ci sono tanti spunti da coltivare. Parlando della parte biologica, usare macchinari sempre più precisi e performanti; per chi coltiva convenzionalmente, invece, a mio avviso la visione attuale sarà stravolta. In primis l’Unione Europea sta costantemente togliendo dal mercato gli erbicidi dalla classificazione tossicologica più importante, quindi ci rimangono meno armi da usare. Senza contare che alcune molecole vanno incontro ad un fenomeno di resistenza; per questo siamo tornati ad utilizzare erbicidi impiegati in passato, perché “dimenticati” dalle infestanti. In questo corso ci saranno esperti che stanno seguendo nuove strategie di diserbo: addirittura abbiamo in embrione un test rapido da effettuare sulla foglia per determinare se quell’infestante è resistente a quell’erbicida o meno. Questo sarà un grande vantaggio economico per l’agricoltore che spende per curare le proprie coltivazioni.

Una sorta di “tampone rapido” per le infestanti?

Sì. E penso che sarà uno degli aspetti più “curiosi” del corso che andremo ad affrontare. Ma non finisce qui: discuteremo anche dell’impiego di sostanze naturali, come i biostimolanti o gli induttori di resistenza per combattere le malattie del grano.

Si capisce che dietro alla pasta e al pane c’è un mondo complesso e affascinante…

La coltivazione del grano fa parte della nostra storia, se non ci fosse la coltura del grano molti terreni sarebbero abbandonati. Ci sta a cuore che questa tradizione continui nella nostra Regione e che sia sostenibile per l’ambiente, sana per il consumatore e remunerativa per gli agricoltori.