Si autodefinisce – usando un termine livornese – un “aggeggino”, cioè una persona predisposta ai lavori manuali, a sporcarsi le mani. Questo nonostante la giovane età. Lorenzo Bertocci era uno dei dieci adulti disoccupati che – grazie a un corso gratuito – sono riusciti a ottenere una qualifica di “Addetto alla preparazione, installazione, manutenzione e controllo degli impianti termo-idraulici (407)” e la metà di loro, nei prossimi giorni, verrà già messa sotto contratto di lavoro. È successo a Livorno grazie al corso T.HY.S. “Thermo-HYdraulic Sistems”, realizzato dall’emanazione dell’avviso Territoriale POR FSE Regione Toscana 2014-2020 per il finanziamento di percorsi di istruzione e formazione professionale per adulti disoccupati. L’iniziativa è stata erogata dall’associazione temporanea d’impresa a cui hanno partecipato l’agenzia formativa Cedit, Confartigianato Imprese Livorno e CPIA 1 di Livorno.
Dopo un anno di formazione, Lorenzo adesso è qualificato a manutenere gli impianti termo-idraulici, come le caldaie. E sta continuando a lavorare, perché l’azienda in cui ha fatto lo stage ha deciso di dargli un’altra opportunità.
Lorenzo, da che tipo di percorso d’istruzione o lavorativo vieni?
Io mi sono diplomato nel 2019 in un istituto tecnico commerciale a Livorno, quindi ragioneria. Poi ho cercato subito lavoro, ma con scarsi risultati: ho fatto soltanto un breve periodo come addetto agli accessi in un centro commerciale e nel frattempo ho scoperto navigando su internet dell’esistenza di questo corso focalizzato sulla termoidraulica. Ho pensato che fosse un ottimo modo per inserirmi nel mondo del lavoro, perché comunque quello delle caldaie è un settore che non morirà mai. Di conseguenza ho deciso di iscrivermi.
Come si è svolto il corso? Quali sono le materie?
Laboratori, tecniche di saldatura, costruzione di impianti, manutenzione di caldaie e climatizzatori: è stato un pacchetto molto ampio su tutta la termoidraulica.
Era una tua passione quella per la termoidraulica?
Inizialmente no, però io son sempre stato – come si dice a Livorno – un “aggeggino” (portato ai lavori manuali nda) e negli anni mi son reso conto che la scuola di ragioneria non era quello che volevo fare. Seguendo le lezioni alla fine mi ci sono appassionato.
Ti ha cambiato questo corso?
Sicuramente sono migliorato sotto l’aspetto caratteriale, perché sono sempre stato abbastanza chiuso. Però qui siamo a contatto coi clienti, entriamo nelle case delle persone, le quali si fidano di noi e di ciò che facciamo.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Adesso sto continuando a lavorare nella ditta in cui ho fatto lo stage, la Biasci di Livorno. Mi hanno proposto altri sei mesi di tirocinio, che io ho accettato; quindi fino a dicembre sarò lì e poi spero di piacergli e di ottenere un contratto di apprendistato. E nel futuro magari un indeterminato, ma per ora è presto.